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da MF del 14/10/2025

Quando TikTok in Italia non era che un canale di curiose viralità, più osservato con scetticismo che con un interesse strategico, c’era già chi lo aveva inquadrato come un’opportunità concreta di business.

È in questo scenario che nasce JIFFY – The Storytrending Agency, agenzia di consulenza social e talent management fondata nel 2023 da Alessandro Gerbino, con Giordana Petrone e Frank Gallucci come soci. In controtendenza rispetto a molti competitor, Jiffy ha scelto fin dall’inizio di investire sulla piattaforma cinese, intuendone il potenziale virale e meritocratico. TikTok permette a chiunque di emergere, purché il contenuto sia autentico e coerente: da questa convinzione concettuale, suffragata da dati reali, è partita Jiffy. “TikTok è un ambiente in cui il valore dell’idea vince sulla notorietà pregressa: per i brand è un’occasione di pubblicità straordinaria».

Questo approccio si è rivelato vincente, come emerge dai dati: nel 2024 l’agenzia ha registrato un fatturato di 3 milioni di euro, con una crescita del 148% rispetto all’anno precedente, sviluppando oltre 1.100 campagne con i creator. Una crescita sostenuta da un’organizzazione snella ma solida, che si è strutturata in divisioni interne capaci di seguire l’evoluzione rapidissima delle piattaforme.

Il cuore pulsante di Jiffy è il doppio binario strategico: da un lato, la Content Unit, che affianca le aziende nella creazione di contenuti nativi per TikTok e Instagram; dall’altro, il team di Talent Management, che supporta 42 creator che lavorano in esclusiva con Jiffy nel costruire una narrazione autentica, confezionata su misura per linguaggio e pubblico.

Uno dei vari casi è ad esempio è quello di Francesco Alioto, creator che ha firmato una campagna skincare da quasi 2 milioni di visualizzazioni totalmente organiche. Oppure Francesca Amara, che ha trasformato una semplice idea su una canzone di Emma in un trend nazionale. La politica di Jiffy è quella di puntare sui talent e sostenerli durante i loro processi creativi. «È un passaggio culturale fondamentale per campagne davvero efficaci: i contenuti devono nascere nel flusso naturale del creator, non essere imposti dall’alto», spiega Petrone.

Ma la creatività per funzionare deve avere un metodo, che per Jiffy verte su un lavoro quotidiano di aggiornamento su trend, algoritmi, policy di piattaforma. «Studiamo ogni cambiamento insieme ai talent, coinvolgendo anche avvocati e consulenti per chiarire cosa si può fare e cosa no. È un lavoro tecnico, strategico e culturale al tempo stesso», continua Petrone. Jiffy seleziona i progetti da seguire in base ai principi di coerenza valoriale e comunicativa. L’agenzia si fa promotrice solo di messaggi siano veritieri, credibili, contestualizzati partendo dal presupposto che TikTok oggi sia anche uno spazio di approfondimento, non solo di intrattenimento. Anche la cultura interna è parte integrante del successo. La divisione management è composta principalmente da donne, una scelta non casuale. «Le donne hanno maggiore attenzione all’ascolto, all’empatia, alla gestione emotiva – dice Petrone –. Elementi cruciali quando si lavora con persone esposte costantemente al giudizio del pubblico. Il benessere del creator viene prima del profitto: se manca fiducia, non c’è collaborazione». Una visione che si traduce in relazioni solide, qualità del lavoro e risultati duraturi. E dopo avere visto il futuro, intuendo in anticipo le potenzialità di TikTok, Jiffy continua a guardare avanti con nuove sfide. I prossimi progetti sono il podcast H3roes, l’Academy per aiutare le aziende a formare i propri talent interni e un’accelerazione sul lato Content, guidata dal general manager Danielantonio Di Palma. L’obiettivo è diventare un polo della Creator Economy, capace di offrire servizi end-to-end per brand e professionisti. Jiffy si sta affacciando anche sul mercato estero, avendo già intrecciato collaborazioni con brand che hanno ramificazioni internazionali. Un passaggio ulteriore di crescita di un’agenzia che si propone come player di un cambio culturale, che intende mostrare quanto lavoro c’è che dietro il mondo dei creator: non solo video virali, ma competenze, strategia e visione d’impresa.

Jiffy progetta campagne virale su TikTok, partendo sempre da un’analisi attenta di trend, linguaggi e community, e soprattutto selezioniamo con cura i creator. “Come management, – spiega Petrone – il nostro compito è assicurarci che ci sia un vero allineamento con il brand, non solo per numeri o visibilità, ma per valori, tono e stile comunicativo. Una volta trovato il match giusto, lasciamo al creator la libertà di esprimersi nel proprio modo”.

Ciò che oggi sembra semplice ha però attraversato un percorso complesso. All’inizio, – ricorda – come per ogni nuova piattaforma, c’era un po’ di scetticismo: molti brand vedevano TikTok come qualcosa di troppo leggero o distante dal loro linguaggio. Ma con il tempo è stato facile dimostrare il contrario. Il punto di forza di TikTok è la potenza della viralità quando il contenuto è autentico e nasce da un vero allineamento tra brand e creator. È una piattaforma “non patinata”, più vicina alle persone, dove la spontaneità funziona molto più dell’estetica perfetta.

Quando i clienti hanno iniziato a vedere risultati concreti, – conclude Petrone – in termini di visibilità organica, engagement e capacità di far parlare del brand, lo scetticismo si è trasformato in entusiasmo”.